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The Brood (1979)

Aggiornamento: 10 ago 2019

The Brood è un film di David Cronenberg, del 1979.

Il regista, maestro indiscusso del cinema della carne, in questo film “partorisce”, suggestivi e sinistri mostri, in parte sublimati dalla sua fantasia e in parte dalla sua cultura paramedica, scientifica e ovviamente registica.

Ancora una volta, la carne cronenberghiana (più importante, sempre, dello spirito), diventa l’arena sulla quale tumori “creativi” ed escrescenze giocano una partita dolorosa e sconcertante, restituendoci l’idea che il nostro corpo altro non è che il peggior posto dove vivere…

In questa pellicola, il regista inventa una dottrina, derivandola dalla psichiatria: la psicoplasmica. Il “sacerdote” di questo nuovo credo scientifico è lo psichiatra Hal Raglan (ex licantropo della Hammer, Oliver Reed), che promuove l’isolamento dei pazienti e la messa in scena delle proprie fobie, attraverso sedute emotivamente destabilizzanti che danno consistenza fisica alla collera subcosciente. Tutto questo in una sorta di clinica-chiesa che probabilmente ha suggerito il titolo italiano (azzardato e iniquo) dell’edizione in DVD, La Setta.

Fra i pazienti della clinica c’è l’inquietante Nola (una suggestiva e cattivissima Samantha Eggar), che, dopo un divorzio colmo di strascichi e nefandezze con il marito Frank Carveth (Art Hindle) cerca, grazie alla psicoplasmica, di recuperare i frammenti della sua mente madida di rabbia repressa.

La figlioletta Candice è la delicata e frangibile lancetta di questo binomio uomo-donna, completamente alla deriva.

Nola vive in questo (s)comodo sonno ad occhi aperti, crogiolandosi fra rabbia, tormento e sentimento di vendetta e nascondendo, sotto le vesti, il peggior prodotto del dottor Raglan: una sorta di tumore-utero esterno, assai ripugnante, attraverso il quale i suoi figli approdano al nostro mondo, sotto forma di omuncoli assassini, senza sesso e senza ombelico (questo ne tradisce la natura empia).

Questi mostriciattoli, suggestivi e tremendi nella loro ferina parvenza, sono dei veri e propri burattini al servizio della madre: perfetti assassini che uccidono tutti coloro che osano mettersi fra lei e la piccola Candice, materializzando, veicolando e rendendo sanguinosamente efficace ogni suo intento malvagio.

Così, uno ad uno, moriranno tutti quelli che in qualche maniera hanno creato il mostro-Nola: in prima battuta la madre, donna ambigua e cattiva; poi il padre, deciso a sottrarre Nola dalle “cure” del dottor Raglan. E, infine, la maestra d’asilo della piccola che sotto lo sguardo attonito e atterrito dei compagni, viene massacrata a suon di martello giocattolo: è una scena abbastanza violenta, resa ancora più efficace dal fatto che i testimoni del massacro sono bambini.

Il rapimento di Candice chiude la sequenza e apre il sipario sulle ultime battute del film.

Cronenberg, con maestosa efficacia, propone, destabilizzandoci, la malsana simbiosi psiche-carne: dove la prima fagocita la seconda, rigurgitandola in forma di mutazioni cancerose. Da questo “utero-portale”, vengono espulsi sentimenti estremi, trasudazioni della materia organica che produce i deformi omuncoli assassini.

The Brood, per stessa ammissione Cronenberg, è il suo “Kramer contro Kramer”, con tutto il travaglio derivante (e talvolta delirante) della separazione, dello smembramento della famiglia; l’utilizzo del figlio, come percussore emotivo è, in questo caso, iperbolico e ad uso e consumo di Nola che ricorre alla piccola Candice come dispositivo inerme di ricatto, minacciandone la morte per sue stesse mani, in un atto estremo di amore ma soprattutto vendetta nei confronti del marito.

Nelle ultime sequenze del film, Raglan, forse in un tentativo di redenzione (dopotutto è lui il creatore di questa mostruosità), proporrà a Frank di intrattenere in qualche modo Nola, inscenando la volontà di una finta riconciliazione; il dottore, revolver alla mano, tenterà di sottrarre Candice dalla raccapricciante progenie.

Quando però lei mostrerà al coniuge “cosa” è diventata, Frank non potrà che prendere atto della mostruosità che la psicoplasmica, catalizzando la rabbia di Nola, ha creato: dall’utero esterno, che la donna squarcerà sotto gli occhi del marito, darà alla luce uno feto mostruoso.

Questa scena, nella sua verosimile rappresentazione, potrebbe garantire allo spettatore il più feroce dei pugni allo stomaco; ma è quando Nola “pulisce” amorevolmente il nascituro, leccandogli via gli ultimi residui organici dell’immonda pseudo-placenta che si raggiungono altissime vette di puro orrore e “sublime” disgusto.

Frank e noi, spettatori assai provati, a quel punto, arretriamo, vulnerabili, sguarniti di ogni difesa elementare, ormai definitivamente consapevoli che quel che accade potrà avere un solo epilogo: in un crescendo di furia reciproca, ciò che rimane di un marito sull’orlo di una totale follia, si avventa sulla donna, strangolandola, ponendo fine all’incubo e salvando in extremis la figlia, che, barricatasi dentro un ripostiglio, resiste all’attacco feroce della “covata malefica”.

Raglan giace sul pavimento, massacrato, poco prima, dagli omuncoli.

L’incubo è finito, padre e figlia si allontanano dalla clinica dell’orrore, lui con lo sguardo assente, assorto sulla strada che lo condurrà alla normalità. Lei, sotto choc, sembra stia metabolizzando l’abominio che le ha segnato, forse indelebilmente, il resto dei giorni.

Ma poco prima dei titoli di coda, un lento zoom sul braccio di Candice rivela sinistre escrescenze.

Il maestro dell’horror-body lascia che sia lo spettatore a scrivere il resto della storia: Nola, intanto, sogghigna dall’inferno in cui è piombata...

La "covata malefica"

Regia: David Cronenberg

Produzione: Mutual Productions, Elgin International Films, CFDC (1979)

con Oliver Reed, Samantha Eggar, Art Hindle

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