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It Follows (2014)

Generalmente quando si parla di leggende urbane, la memoria corre verso sterili e prevedibili storielle pseudo paurose che si raccontano più per noia che per il gusto di spaventare.

“It Follows”, del 2013, scritto, prodotto e diretto dal promettente David Robert Mitchell, parla proprio di una banalissima leggenda metropolitana. E lo fa in una maniera così ruvida, spaventosa (proprio così, spaventosa), elegante, angosciata e, a tratti, struggente, da meritarsi, malgrado la giovane età del regista, gli apprezzamenti della critica più rigorosa.

E il primo posto, almeno a parere di chi scrive, nel podio dei cult dell’ultimo e a tratti tormentato, decennio di cinema del terrore.

Teatro di questa pellicola, nonché valido punto di forza e fra i protagonisti assoluti del film, una decadente e annoiata (oltre che cara al regista, essendoci nato) Detroit con i suoi sofferenti e grigi sobborghi, le case basse ai limiti del crollo, le sterpaglie marcescenti e ammalate di trascuratezza che avvolgono i vecchi edifici, i barboni che vagano senza meta lungo strade semi deserte.

I protagonisti “in carne e fossa” di questo film sono un gruppetto di adolescenti che affogano la noia ognuno come può. Fra questi, la bellissima (e brava davvero) Jay (Maika Monroe) che fra tutte cerca di godersi la vita concedendosi del sano e “dolce su e giù” con un ragazzo conosciuto da poco, tale Hugh.

L’aitante giovanotto, lei ancora non sa, le presenterà presto il peggiore dei suoi incubi, contagiandola, dopo del sano (o insano?) sesso, consumato nei pressi di una struttura squallida e abbandonata, di un male nuovo e inesorabile. Un demone. Semplicemente, un demone.

Dopo averla sedotta non la abbandona, anzi. In un decisamente “ammalato” atto d’amore, la anestetizza, la lega ad una sedia a rotelle e le racconta la bella storiella che lo tormenta (e di lì a poco stessa sorte toccherà a lei) da diverso tempo.

Il simpatico Hugh fornisce il libretto di istruzioni della maledizione, prospettando a Jay e a noi che assistiamo perplessi alla sequenza, che “esso” (l’It di It Follows...) la seguirà, lento e inesorabile ovunque “ella” decida di andare.

E non dovrà mai e poi mai farsi raggiungere, men che mai toccare.

E che potrà assumere le sembianze di chiunque, anche una persona cara.

E dovrà sempre stare in luoghi che hanno più di un’uscita.

E che, “semplicemente”, per liberarsene, dovrà fare sesso con un’altra persona.

Ma non è finita.

Se la persona muore per mano del demone, “esso” tornerà a tormentarla…

Jay è incredula, spaventata, sull’orlo di una canonica crisi di nervi.

Hugh, prima ancora che lei possa urlare tutto il suo terrore, le presenta il demone, anzi, la “demonessa”; una donna completamente nuda, dal lento incedere e dallo sguardo spento e inquietante che, fissandola, punta dritto a lei.

Con le peggiori intenzioni.


Il film da questo momento comincia a pulsare dentro la testa dello spettatore, rotolando lungo il piano inclinato di una regia sempre all’altezza della narrazione, sempre al servizio di una poetica mai sterile e ricca di suggestioni.

Mitchell non cade mai nel tranello del “salto sulla sedia” che caratterizza molte pellicole di questi ultimi anni. Anzi, diremmo che se ne guarda bene. Il demone (invisibile a coloro non “affetti” dalla maledizione), appare sempre con composta e terrorizzante imperturbabilità nelle sequenze, ricordandoci che “lui” c’è. Sempre.

Lento, goffo, multiforme. Ma inesorabile e distruttivo, con l’unico malsano scopo di raggiungerti e regalarti una morte dolorosa e terribile.

Qui e là, durante lo svolgersi della vicenda, si avverte la presenza di un altro demone: il caro vecchio zio John (Carpenter, e chi altri sennò?), complice anche la colonna sonora, vero e proprio agente allucinogeno iniettato nelle vene di ogni inquadratura. Musica pensata e composta dal bravo e giovanissimo Richard “Disasterpeace” Vreeland (che ha dichiarato apertamente in un’intervista di essersi ispirato a Carpenter) e che sostiene ogni azione, tormentando con “sintetiche” sonorità i personaggi e anticipando, senza maledetti salti nella sedia, ma con l’eleganza pacata che solo i geni possono permettersi, la scoperta, la rivelazione, e, infine, l’orrore.

Lui ti segue...

Regia: David Robert Mitchell

Produzione: Northern Lights Films, Animal Kingdom (2014)

con Maika Monroe, Keir Gilchrist, Olivia Luccardi, Lili Sepe, Daniel Zovatto, Jake Weary

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