Il caldo non accenna a diminuire, la stagione balneare è dura a morire… E quale migliore occasione per riportare alla luce uno dei tanti (amati) mostri marini della storia del cinema?
Nel caso specifico, dopo aver abbondantemente citato (quasi) tutti i classici (vedasi Lo squalo e L’ultimo squalo) mi sembra doveroso parlare di quest’altro leviatano, classe 1977.
Il titolo, Tentacoli, lascia poco alla fantasia: siamo infatti alle prese con un bel polipone gigante, che il regista (nonché produttore e sceneggiatore del film), Ovidio G. Assonitis, ci mostra poco e male a dire il vero. Un po’ per creare quel giusto clima di suspense e un po’, se vogliamo essere onesti (e dobbiamo), perché il mostro in questione altro non è che un pupazzone tentacolato di gomma che, nell’ottimo montaggio, è sostituito dai primi piani di un mollusco vivo e vegeto. L’effetto, alla fine, non è malaccio e malgrado il film sia stato stroncato da diversi critici, personalmente, non ho difficoltà a definirlo un film con un giusto, anche se modesto, mix di avventura, suspense e horror.
Apprezziamo, già dalle prime sequenze, tutto il crudele e spietato potenziale della bestia quando, alla luce del sole, il viscido cefalopode trascina tra i flutti un ignaro neonato, incautamente abbandonato al suo triste destino per il classico momento di distrazione materno...
Un bel montaggio che alterna il punto di vista del silenzioso e subdolo polipone ad un campo lungo in fondo al quale, la carrozzina con la piccola vittima, viene ad intermittenza nascosta alla nostra visuale dal passaggio di camion e altre vetture; fino a quando, sotto i colpi dello spietato tema musicale dell’indimenticabile Stelvio Cipriani, il piccolo scompare.
Di lì a poco assisteremo a un’altra serrata sequenza di uccisioni che sconvolgeranno (forse troppo in sordina) la piccola comunità di Solana Beach destando l’attenzione dell’anziano e ostinato giornalista, Ned Turner (un grande John Huston) che vuoi per mestiere, vuoi per reale apprensione, approda fra i primi all’atroce verità, ossia che un mostro tentacolato e “succhiaossa” (i cadaveri infatti vengono ripescati svuotati dal midollo osseo) è stato richiamato dall’inferno in cui sonnecchiava per via delle onde radio di alcuni sismografi appartenenti alla compagnia di Mr. Whitehead (Henry Fonda), sui luoghi per alcuni lavori marittimi. La bestia, affamata di fauna locale (quella terrigna e a due zampe) è a piede (anzi, tentacolo) libero e non ha nessuna intenzione di fermarsi.
La faccenda dei sismografi fa intendere allo spettatore che il mostro marino, oltre ad essere magnificamente carnivoro è anche letteralmente impazzito per via delle onde anomale che lo hanno risvegliato.
La verità, disperatamente invocata da Turner e ampiamente ostacolata dall’esitante sceriffo e dall’avido Mr. Whitehead, tuttavia, emerge tardiva; e con essa anche la testa del mostruoso mollusco (gommosa ma efficace) che, durante una regata, partecipanti i quali sono i giovanissimi della comunità, farà il mestiere dei mostri di mare: emergere, distruggere e massacrare.
A questo punto, le autorità impotenti, chiedono aiuto all’oceanografo e amico dei cetacei, Will Gleason (Bo Hopkins), doppiamente motivato a catturare la bestia in quanto gli ha stritolato e digerito la moglie, Vicky (la sempre affascinante Delia Boccardo)...
Orche al guinzaglio, stavolta provvidamente assassine, l’eroe e i suoi amati pescioni distruggeranno il mostro restituendo pace agli ipogei marini e ai morti della comunità.
Tentacoli, che vanta un cast straordinario, è stato da molti definito la risposta (italo-americana) allo squalo di Spielberg. Il regista (e produttore) voleva contrapporre al ben più famoso leviatano tutto pinne e denti, le ventose assassine del suo polpo gigante, cercando di dare una nuova forma all’orrore marittimo. L’esperimento, discretamente riuscito, ha reso possibile la realizzazione di un film che fa diverse, e tutto sommato riuscite sortite nel terrore, nell’avventura e, inevitabilmente, nel dramma.
Occorre anche dire che il mare, ciò che nei suoi abissi è celato, è da sempre fonte di inesauribili paure per l’uomo che in qualche maniera, pur appartenendo alla specie dominante, fra i suoi flutti, diventa potenziale vittima dell’ignoto. Questo concetto è ben reso nella pellicola, dove il “non visto” fa (come sempre) più paura del “tentacolare” e per certi versi noioso visibile.
Impossibile, in conclusione, non apprezzare la qualità artistica della colonna sonora di Stelvio Cipriani che accompagna il mostro nelle sue scorribande marine con un ritmo inesorabile ed efficace che, nel tempo, ha connotato la pellicola attribuendole il successo che merita.
Regia: Ovidio G. Assonitis
Produzione: American International Pictures (1977)
con John Huston, Shelley Winters, Bo Hopkins, Delia Boccardo, Henry Fonda
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