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L'ultimo squalo (1980)

Era nell’aria, anzi, nell’acqua (salata)… Dopo aver schivato i denti affilati come rasoi dello squalo di Spielberg rieccoci, ancora tra i flutti (complice il caldo), a parlare del nostrano “L’ultimo squalo”, del 1980, diretto da Enzo G. Castellari.

Questo film, facciamo subito chiarezza evitando ogni imbarazzo, vampirizza (ma con grande stile e devo dire successo) tantissime idee del cugino americano ma, sempre per amor di chiarezza, occorre dire che, nel tempo, ha saputo creare attorno a se la fama di “cult” grazie all’ottima regia di Castellari che ha impresso azione, suspense e qualche sequenza memorabile a questa pellicola made in Italy, da molti definita addirittura il sequel ufficiale dello Squalo della Universal, a tal punto, che stuzzicò in quest’ultima grande rabbia, facendola approdare alla decisione di accusare la nostra produzione di plagio.

Può essere vero che molti dei personaggi sembrano copie (ma io li definirei, con un abile colpo di pinna caudale, “ritratti”) della controparte americana; ma è altrettanto vero che se di copia si tratta non è per nulla sbiadita o irriverente. Nel Nostro squalo, pur ammettendo che chi scrive è di parte (e confesso con assoluta serenità che non ho difficoltà ad esserlo), c’è tutto il sapore dell’efficace arte dell’arrangiarsi tipica del nostro cinema di quegli anni, caratterizzato magari da scarni budget, compensanti, tuttavia, da virtuosismi e scene ad effetto che l’appassionato meno crudele e più nostalgico non smetterà di apprezzare.


In Georgia, precisamente a South Bay, un’importante regata di windsurf, sponsorizzata dallo spocchioso politico William Wells, futuro candidato a sindaco (il fascinoso ed eclettico Joshua Sinclair) “annega” in un fuori programma a causa di un affamato e mostruoso squalo bianco, che, come vuole tradizione, non ha nessuna intenzione di abbandonare i dintorni fino a quando ci sarà qualche spuntino a forma d’uomo e di donna a sollazzargli il palato.

Fra il canonico scetticismo iniziale di Wells, interessato più alla carriera politica che ad altro, l’acuta lungimiranza dello scrittore di libri (sugli squali ovviamente) Peter Benton (James Franciscus, il Brent de “L’altra faccia del pianeta delle scimmie”) e l’esperienza del lupo di mare e cacciatore di squali Ron Hamer (il compianto Vic Morrow), la pellicola espande tutto il suo straordinario potenziale cinematografico, regalandoci oltre un’ora di mutilazioni, smembramenti, fiato sospeso e qualche momento strappalacrime (valga per tutti il soliloquio avvilito di Benton alla figlia, mutilata di fresco dallo squalo).

Il tema di questo squalo, musicato da Guido e Maurizio De Angelis, non ha nulla da invidiare, a parer mio, al tema che accompagna le scorribande ad Amity di quell’”altro squalo”, scritta dal pur sempre megalitico John Williams.

Per il comparto effetti speciali Antonio Corridori ci sorprende con mutilazioni low budget ma gradevolissime e d’effetto, a dimostrazione che noi italiani riusciamo ad estrarre il verosimile dall’impossibile anche con una manciata di spiccioli in tasca. Inevitabilmente più povero, per i motivi appena citati, l’enorme pupazzone tutto denti e pinna, realizzato da Giorgio Ferrari e Giorgio Pozzi e del quale intravediamo sempre l’enorme testa (forse più grande di quella del cugino americano) a fauci spalancate, con zanne-rasoio sempre al vento, pronte a fare il loro sanguinoso mestiere. Le sequenze subacquee alternano le riprese del pupazzone, in tutta la sua posticcia parvenza, a quelle di squali in carne e lisca, certamente più d’impatto: questo espediente distrae lo spettatore e risulta a tratti credibile e congruo, in ogni caso, mai cialtrone.

Nel suo insieme questa pellicola, che ebbe un inaspettato e brillante successo negli Stati Uniti e in Italia(e anche per questo la Universal rosicò non poco…), rappresenta un evergreen della sezione che potremmo intitolare, con grande rispetto e definitivamente, “mostri nostrani”.

mostri nostrani...

Regia: Engo G. Castellari

Produzione: Maurizio Amati, Ugo Tucci (1980)

con James Franciscus, Vic Morrow, Micaela Pignatelli, Joshua Sinclair

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