Vincent Price, il re del terrore, è il protagonista di questa pellicola, tratta da quel capolavoro della letteratura horror che è Io sono leggenda, di Richard Matheson.
E’ un film traboccante di italica orrificenza: prima di tutto perché è ambientato a Roma (diverse sequenze sono state girare all’EUR); in seconda battuta perché è diretto dal catanese Ubaldo Ragona, per quanto, nell’edizione americana si attribuisca la regia a tale Sidney
Per chi non avesse letto il romanzo di Matheson dirò subito una cosa, scontata, banale ma necessaria: leggetelo.
Perchè si comprenderà meglio il tema, il contesto, il retrogusto magari démodé di una pellicola che, ad oggi, risulta ancora prepotentemente nella Top ten dei migliori film sui vampiri della storia. Eh sì. Perchè i protagonisti sono proprio loro: i non morti, i resuscitati, i ritornanti.
I vampiri.
Creati dalla solita epidemia sconosciuta, dal batterio infame, trasformano tutti gli abitanti della terra in mostri voraci (e, nottetempo, decisamente veraci) di fresca emoglobina. E quando dico tutti gli abitanti intendo proprio tutti.
Tranne uno.
Lo scienziato Robert Morgan (Price) è il malinconico e solitario sopravvissuto, l’ultimo uomo della dannatissima terra. Una landa brulla, cementizia, attraversata dal lezzo di cadaveri bruciati e da ombre lunghe, silenziose, fameliche.
Roberto-Price-Morgan è, senza mezzi termini, il mostro, il diverso.
Necessariamente, il nemico.
Morirà proclamandosi uomo ma verrà ucciso, ignominiosamente, da vampiro...
Regia: Ubaldo Ragona
Produzione: Titanus (1964)
con Vincent Price, Franca Bettoja, Emma Danieli, Giacomo Rossi Stuart
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